Al Ministro della Salute
Beatrice Lorenzin
Al Ministro dell’Ambiente
e della Tutela del Territorio e del Mare Gian Luca Galletti
Al Ministro dei Trasporti
Graziano Del Rio
In questi ultimi tempi non
passa giorno che non si abbia notizia di aerei che, in fase di
decollo o atterraggio, precipitino con tragiche conseguenze. Queste
notizie non fanno che aggravare la pesantissima situazione di
disagio, o per meglio dire di angoscia, in cui si trovano coloro che,
come me, risiedono nei pressi degli aeroporti.
Originaria
del Piemonte da molti anni vivo a Treviso seguendo le sedi di
servizio di mio marito, Generale dell’Esercito Italiano.
Abbiamo la sventura di
vivere ora nei pressi dell’aeroporto “Canova” di Treviso che,
al momento del nostro insediamento nel lontano 1995, era praticamente
in via di dismissione come aeroporto militare anche per la
pericolosità della sua posizione,
incuneato com’è
fra i centri abitati di Treviso e Quinto di Treviso. Di ciò ne sono testimonianza ben quattro cippi attestanti quattro aerei precipitati nell’intorno aeroportuale.
fra i centri abitati di Treviso e Quinto di Treviso. Di ciò ne sono testimonianza ben quattro cippi attestanti quattro aerei precipitati nell’intorno aeroportuale.
Con un progetto
sciagurato, però, questo piccolo aeroporto militare è stato
trasformato in aeroporto civile, con aumento progressivo di voli
fino all’attuale, insostenibile, che la società gestrice
intenderebbe anche incrementare. L’aumento del traffico è stato
portato avanti nella incuranza, inosservanza e
violazione di leggi dello Stato attualmente in vigore per
lo sviluppo di un’attività aeroportuale compatibile con l’ambiente
e la salute dei cittadini.
Infatti dal 1996 ad oggi
non sono stati effettuati controlli seri ed efficaci dei livelli di
inquinamento acustico ed atmosferico, pur risultando che già al
momento attuale esistono continui sforamenti dei valori massimi
consentiti dalla legge.
Sono poi del tutto
superflui gli studi sulla “compatibilità”
fra aeroporto ed insediamenti urbani quando, come nel nostro caso,
gli aerei in decollo ed atterraggio, sfiorano i tetti delle case….
La variante dei decolli,
infatti, che prevede la deviazione immediata
dalla pista ed il sorvolo a bassissima quota
sulle tante case del quartiere trevigiano di Canizzano, in cui
viviamo, comporta un ulteriore aumento di rumore, vibrazioni e danni
alle strutture, nonché l’aumento dell’inquinamento acustico ed
atmosferico (già ai massimi livelli per l’intensissimo traffico
automobilistico che percorre l’unica strada del quartiere) con
tutte le inevitabili conseguenze sulla salute. Fra i molti (troppi)
casi: io stessa, negli ultimi anni, ho sofferto di due cancri (di cui
ancora subisco le conseguenze), disturbi all’udito, crisi di ansia
ed altro.
Da considerare infine,
purtroppo, il non remoto rischio di caduta di aerei sull’intorno
aeroportuale con le immaginabili catastrofiche conseguenze in aree
densamente popolate: da sottolineare che
nell’immediato intorno aeroportuale esistono cinque chiese,
quattordici scuole e parecchi distributori di carburanti.
Inoltre l’aeroporto A.
Canova di Treviso si trova praticamente nel
territorio protetto del Parco Naturale Regionale del fiume Sile,
luogo incantevole, vanto di naturalisti ed
ambientalisti per le numerose risorgive, le piante rare autoctone e
la fauna protetta; purtroppo il Parco in questi ultimi tempi ha già
subìto lo scempio di numerose mutilazioni e distruzioni a causa dei
lavori per l’ampliamento e la sicurezza dei voli.
Ultima considerazione: nel
nostro territorio, nel raggio di una ventina
di chilometri o poco più esistono ben tre
aeroporti: l’aeroporto militare di
Istrana, l’aeroporto civile A.Canova di Treviso ed il Marco Polo di
Venezia, situazione di un’assurdità incredibile non verificabile
in altra località del mondo!
Ringrazio
per l’attenzione, e rimango a disposizione per eventuali
chiarimenti ed integrazioni, esibendo, se richiesti, i moltissimi
documenti probanti quanto esposto.
Distinti
saluti. Mariangiola Maranzana
Treviso, 30
agosto 2015
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