mercoledì 15 maggio 2013

UNINDUSTRIA E CONFARTIGIANATO: DICHIARAZIONI IRRESPONSABILI

Ecco qua che si rifà viva l'Unindustria di Treviso un'associazione di piagnoni privi di senso del futuro. Forse qualcuno penserà che Dante Faraoni stia usando un tono troppo duro nei confronti dell'associazione degli industriali locali, io credo che chi pensa in questo modo sbaglia. Sto attaccando quella mentalità che si annida dentro questa categoria che è quella del sostengono, ancora oggi, ai progetti degli inceneritori di Silea e Mogliano come all'ampliamento dell'aeroporto Canova, convinti che possano essere una risorsa economica per il territorio, quelli che sponsorizzano qualsiasi opera stradale senza mai essersi espressi concretamente sulla carenza cronica della mobilità su rotaia nella nostra provincia. La mia convinzione è che uno dei nostri “gap” strutturali con l'Europa sviluppata e modernizzata è questa mentalità retrograda che prima Vardanega e oggi Tiziano Simonato esprimono in maniera scomposta. La Leadership di Unindustria TV difese a spada tratta nel 2011 i lavori di rifacimento della discussa pista che noi portammo di fronte al TAR, quel ricorso che sancì con una sentanza il limite dei voli. Quei 16300 voli che il Ministero dell'Ambiente ha categoricamente riconfermato con un decreto datato 2 maggio 2013 e che ora per l'ennesima volta Unindustria mette in discussione come ingiusto e in grado di vanificare gli importanti investimenti di SAVE,  come dichiarato di recente ai media locali.

La povertà di argomenti di Unindustria portati a favore di questa causa persa è pari alla povertà di visione del futuro che personaggi come Simonato ci fa come esempio ogni volta che partecipa ad un incontro pubblico che noi organizziamo o a cui noi partecipiamo. Dice poi le stesse cose: sul suo sogno che Treviso diventi come Orio al Serio che più che un aeroporto è un inferno a cielo aperto http://www.bergamonews.it/cronaca/otto-comitati-e-13-sindaci-la-regione-intervenga-troppi-voli-da-orio-162365 oppure http://www.equodibergamo.it/?p=4576
Una tiritera che sentiamo da anni accompaganta alla solita promessa di posti di lavoro e di incremento di turisti a Treviso. Cose che abbiamo smentito con i dati alla mano dimostrando che i passeggeri low cost non si fermano a Treviso perchè hanno tempi di permanenza troppo brevi e fanno appena in tempo a vedere Venezia. Tutte cose risapute e studiate eppure non si capisce perchè si insite a fare propaganda insensata quando sia le statistiche rilasciate dalla regione che dal CISET dicono che il turismo low cost è in diminuzione anche per causa della crisi in corso.

Questo atteggiamento di difesa a spada tratta un progetto pieno di buchi che poi non ha nessuna corrispondenza con la raeltà dei fatti, lo si arricchisce con la promessa di 1000 posti di lavoro per ogni milione di passeggeri. Ma come mai l'aeroporto Canova a fronte di due milioni di passeggeri l'anno occupa 130 addetti diretti e circa 600 nell'indotto come qualche giorno fa testomoniava in una testata locale un sindacalista? Dichiarazioni e promesse alla Berlusconi a cui oramai non crede più nessuno.

Tutto questo dissesto per il tessuto economico non esiste, invece sicuramente esite un interesse personale del dottor Tiziano Simonato, visto che è il direttore del BHR Hotel e vista la vicinanza all'aerostazione supponiamo che abbia dei rapporti commerciali diretti con il nostro scalo. Ma anche questa volta la debolezza delle ragioni del delegato di Unindustria per il Turismo, la possiamo raccontre con una sua stessa testimonianza dove riportò che il BHR aveva realizzato un contratto con una compagnia low cost tedesca ma andò in fumo perchè quest'ultima ha preferito spostarsi al Marco Polo di Venezia. Per motivi ovvi aggiungiamo noi, è più comodo per i passeggeri andare a pernottare nelle zone limitrofe a Venezia per poi raggingerla e visitarla.
Tiziano Simionato, come Vardanega e il presidente provinciale della Confartigianato Mario Pozza (oltretutto fresco di nomina nel consiglio di amministrazione di Aertre, società che gestisce l'aeroporto) con le ultime dichiarazioni cercano di ricreare quella situazione di tensione del 2011, durante la legittima richiesta di sospensione dei lavori da parte del TAR poi sbloccata dal Consiglio di Stato che però sancì per l'annesima volta il limite dei voli. Furono tutti contenti dello sblocco e del completamento dei lavori ma tutti sapevano che i 16300 voli erano un limite da rispettare. E' grave il fatto che proprio i vertici delle categorie economiche non accettino leggi e regolamenti rispettati ed applicati in tutta Europa per dare sostenibilità ed equilibrio allo sviluppo territoriale. E' Gravissimo che i responsabili di Confatrigianato e Unindustria neghino normative e direttive europee come la Valutazione di Impatto Ambientale che in tutta Europa hanno contribuito non solo allo sviluppo economico ma anche al rispetto di quei diritti che qui a Treviso sono ignorati, come quelli della sicurezzza e della salute umana, della salvaguradia e della sicurezza del nostro partimonio ambientale. Se qualcuno si vuole innalzare a paladino della crescita economica oggi non può fare a meno di vedere questi valori, invece ci allontaniamo da quegli standard qualitativi europei che invece dovemmo ricercare. Noi non possiamo permetterci, se parliamo di turismo, di rinnegare regole paesaggistico ambientali che rischiano di risucchiare nel caos urbanistico ambientale Treviso, nel caso si realizzasse l'ampliamento dell'aeroporto. Se qualcuno desidera lo sviluppo turistico della città state pur certi che non passa per il Canova mentre, per il turismo, il rischio possibile è il contrario che gli aerei sorvolino a bassa quota Treviso.
Il mio j'accuse è basato sul fatto che queste dichiarazioni portano indietro di anni il dibattito ormai in corso sui modelli di sviluppo e su i suoi impatti territorriali, che il concetto devastante della casa con dietro il capannone dell'azienda fosse un errore sorpassato ed invece è il modello che ancora ci propongono Pozza e Simonato e le loro associazioni. Noi le alternative al progetto e agli errori di SAVE le abbiamo elencate nelle osservazioni depositate presso la II Commissione VIA del MATTAM (Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), che qui sotto riportiamo integralmente.

  1. L'aeroporto di Treviso opera in sinergia con l'aeroporto Marco Polo di Venezia che nel 2011 per 6 mesi, durante la chiusura dell'aeroporto di Treviso, è riuscito ad assorbire interamente il traffico aereo dello scalo Trevigiano. Riteniamo che con un minimo di ristrutturazione aziendale, riuscirebbe ad assorbire nell'arco di un anno anche fino a 10000 voli.
  2. Esiste già un primo accordo tra SAVE azionista di maggioranza di AerTre spa, e la Regione Friuli Venezia Giulia per l'acquisizione della quota di maggioranza dello scalo Ronchi dei Legionari che ora la Regione detiene. Questa nuova situazione porterebbe in ogni caso a decentralizzare il traffico aereo low cost. Oggi questo aeroporto è poco utilizzato e sicuramente sarebbe in grado di assorbire quella quantità di voli destinati all'ampliamento dell'aeroporto di Treviso. L'aeroporto è anche collegato con la ferrovia Venezia Trieste.
  3. La crisi economica sta contraendo il mercato del traffico aereo soprattutto quello low cost che interessa totalmente il traffico commerciale di Treviso, quindi non c'è una necessità immediata di ampliamento, semmai di riordino della struttura ricettiva per quanto riguarda la viabilità di fronte al terminal.
  4. Altre alternative si affacciano con la spending review, i tagli della spesa pubblica. Nei mesi scorsi è stato annunciato il riordino delle Forze Armate e tra i tagli previsti ci sono la dismissione di una serie di Aeroporti Militari del Nord Italia, oramai poco utili anche con il variare degli scenari delle tensioni geopolitiche. Le minacce ed i conflitti da Nord Est si sono spostati in Medio Oriente e quindi sono maggiormente strategici gli aeroporti militari del Sud Italia. Nella nostra zona è attualmente operativo l'Aeroporto Militare di Istrana, uno di quelli in lista di dismissione, (entro il 2018) che si trova a 6 Km da Treviso e ha un doppio collegamento ferroviario nei due lati lunghi del sedime. L'area di sedime è quasi il doppio di quella di Treviso e non ha urbanizzazione nelle testate della pista luogo ideale per creare quella mobilità intermodale tanto decantata da ENAC nel suo Piano Nazionale degli Aeroporti.
Proponiamo queste soluzioni perché crediamo che sia il quadro economico, quello degli interventi e quello degli impatti è sicuramente molto più realizzabile e realistico della forzatura di un Master Plan che può essere applicato in strutture più ricettive e spazialmente più grandi."

Noi del Comitato non abbiamo mai voluto affossare l'aeroporto di Treviso ma abbiamo sempre cercato di far recepire alle autorità i limiti, i pericoli e le impossibilità di poratre una struttura di dimensioni così piccole al traffico che c'è oggi a: Verona, Ciampino, Orio al Serio o Linate. Crediamo invece che, se ci fosse stata a Treviso una leadership economica e politica in grado di vedere la sotenibilità del Territorio e lo sviluppo basandosi sui principi della Green economy, della modernizzazione e della qualità della vita non ci ritroveremmo oggi a ragionare sulle voglie e i desideri del fianaziere Marchi e delle socità che controlla. Se si cerca un capro epiatorio per il caos in cui sta affogando l'aeroporto lo si deve ricercare lì, non accusare i cittadini. A prosito delle lamentele di Simonato che si prende a cuore gli investimenti di SAVE a Treviso, si metta il cuore in pace. Quando SAVE li ha fatti sapeva dei rischi a cui andava incontro, era consapevole del limite imposto dal MATTAM prima e riconfermati dalle sentenze di 2 tribunali. Ora che ha fatto l'ennesima cretinata superando il limite anche nel 2012 dovrà subirne le conseguenze. Unindustria, Presidente Pozza le leggi vanno rispettate da tutti, anche questo è sviluppo e progresso!!!
Dante Nicola Faraoni
pres. del Comitato per la Riduzione dell'Impatto Ambientale dell'Aeroporto di Treviso

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