Ecco qua che si rifà viva
l'Unindustria di Treviso un'associazione di piagnoni privi di senso
del futuro. Forse qualcuno penserà che Dante Faraoni stia usando un
tono troppo duro nei confronti dell'associazione degli industriali
locali, io credo che chi pensa in questo modo sbaglia. Sto attaccando
quella mentalità che si annida dentro questa categoria che è quella
del sostengono, ancora oggi, ai progetti degli inceneritori di Silea
e Mogliano come all'ampliamento dell'aeroporto Canova, convinti che
possano essere una risorsa economica per il territorio, quelli che
sponsorizzano qualsiasi opera stradale senza mai essersi espressi
concretamente sulla carenza cronica della mobilità su rotaia nella
nostra provincia. La mia convinzione è che uno dei nostri “gap” strutturali con
l'Europa sviluppata e modernizzata è questa mentalità retrograda
che prima Vardanega e oggi Tiziano Simonato esprimono in maniera
scomposta. La Leadership di Unindustria TV difese a spada tratta
nel 2011 i lavori di rifacimento della discussa pista che noi
portammo di fronte al TAR, quel ricorso che sancì con una sentanza
il limite dei voli. Quei 16300 voli che il Ministero dell'Ambiente ha
categoricamente riconfermato con un decreto datato 2 maggio 2013 e che
ora per l'ennesima volta Unindustria mette in discussione come
ingiusto e in grado di vanificare gli importanti investimenti di
SAVE, come dichiarato di recente ai media locali.
La povertà di argomenti di Unindustria
portati a favore di questa causa persa è pari alla povertà di
visione del futuro che personaggi come Simonato ci fa come esempio
ogni volta che partecipa ad un incontro pubblico che noi organizziamo
o a cui noi partecipiamo. Dice poi le stesse cose: sul suo sogno che
Treviso diventi come Orio al Serio che più che un aeroporto è un
inferno a cielo aperto
http://www.bergamonews.it/cronaca/otto-comitati-e-13-sindaci-la-regione-intervenga-troppi-voli-da-orio-162365
oppure http://www.equodibergamo.it/?p=4576
Una tiritera che sentiamo da anni
accompaganta alla solita promessa di posti di lavoro e di incremento
di turisti a Treviso. Cose che abbiamo smentito con i dati alla mano
dimostrando che i passeggeri low cost non si fermano a Treviso perchè
hanno tempi di permanenza troppo brevi e fanno appena in tempo a
vedere Venezia. Tutte cose risapute e studiate eppure non si capisce
perchè si insite a fare propaganda insensata quando sia le
statistiche rilasciate dalla regione che dal CISET dicono che il
turismo low cost è in diminuzione anche per causa della crisi in
corso.
Questo atteggiamento di difesa a spada
tratta un progetto pieno di buchi che poi non ha nessuna
corrispondenza con la raeltà dei fatti, lo si arricchisce con la
promessa di 1000 posti di lavoro per ogni milione di passeggeri. Ma
come mai l'aeroporto Canova a fronte di due milioni di passeggeri
l'anno occupa 130 addetti diretti e circa 600 nell'indotto come
qualche giorno fa testomoniava in una testata locale un sindacalista?
Dichiarazioni e promesse alla Berlusconi a cui oramai non crede più
nessuno.
Tutto questo dissesto per il tessuto
economico non esiste, invece sicuramente esite un interesse
personale del dottor Tiziano Simonato, visto che è il direttore del
BHR Hotel e vista la vicinanza all'aerostazione supponiamo che abbia
dei rapporti commerciali diretti con il nostro scalo. Ma anche questa
volta la debolezza delle ragioni del delegato di Unindustria per
il Turismo, la possiamo raccontre con una sua stessa testimonianza dove
riportò che il BHR aveva realizzato un contratto con una compagnia
low cost tedesca ma andò in fumo perchè quest'ultima ha preferito spostarsi al
Marco Polo di Venezia. Per motivi ovvi aggiungiamo noi, è più comodo per i
passeggeri andare a pernottare nelle zone limitrofe a Venezia per poi
raggingerla e visitarla.
Tiziano Simionato, come Vardanega e il
presidente provinciale della Confartigianato Mario Pozza (oltretutto
fresco di nomina nel consiglio di amministrazione di Aertre, società
che gestisce l'aeroporto) con le ultime dichiarazioni cercano di
ricreare quella situazione di tensione del 2011, durante la legittima
richiesta di sospensione dei lavori da parte del TAR poi sbloccata
dal Consiglio di Stato che però sancì per l'annesima volta il
limite dei voli. Furono tutti contenti dello sblocco e del completamento dei lavori ma tutti sapevano che i 16300 voli erano un limite da
rispettare. E' grave il fatto che proprio i vertici delle categorie
economiche non accettino leggi e regolamenti rispettati ed applicati
in tutta Europa per dare sostenibilità ed equilibrio allo sviluppo
territoriale. E' Gravissimo che i responsabili di Confatrigianato e
Unindustria neghino normative e direttive europee come la Valutazione
di Impatto Ambientale che in tutta Europa hanno contribuito non solo allo
sviluppo economico ma anche al rispetto di quei diritti che qui a
Treviso sono ignorati, come quelli della sicurezzza e della salute
umana, della salvaguradia e della sicurezza del nostro partimonio
ambientale. Se qualcuno si vuole innalzare a paladino della crescita
economica oggi non può fare a meno di vedere questi valori, invece ci allontaniamo da quegli standard qualitativi europei che invece dovemmo
ricercare. Noi non possiamo permetterci, se parliamo di turismo, di
rinnegare regole paesaggistico ambientali che rischiano di
risucchiare nel caos urbanistico ambientale Treviso, nel caso si
realizzasse l'ampliamento dell'aeroporto. Se qualcuno desidera lo
sviluppo turistico della città state pur certi che non passa per il
Canova mentre, per il turismo, il rischio possibile è il contrario che
gli aerei sorvolino a bassa quota Treviso.
Il mio j'accuse è basato sul fatto che
queste dichiarazioni portano indietro di anni il dibattito ormai in
corso sui modelli di sviluppo e su i suoi impatti territorriali, che
il concetto devastante della casa con dietro il capannone
dell'azienda fosse un errore sorpassato ed invece è il modello che
ancora ci propongono Pozza e Simonato e le loro associazioni. Noi le
alternative al progetto e agli errori di SAVE le abbiamo elencate
nelle osservazioni depositate presso la II Commissione VIA del MATTAM
(Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare),
che qui sotto riportiamo integralmente.
- L'aeroporto
di Treviso opera in sinergia con l'aeroporto Marco Polo di Venezia
che nel 2011 per 6 mesi, durante la chiusura dell'aeroporto di
Treviso, è riuscito ad assorbire interamente il traffico aereo
dello scalo Trevigiano. Riteniamo che con un minimo di
ristrutturazione aziendale, riuscirebbe ad assorbire nell'arco di un
anno anche fino a 10000 voli.
- Esiste
già un primo accordo tra SAVE azionista di maggioranza di AerTre
spa, e la Regione Friuli Venezia Giulia per l'acquisizione della
quota di maggioranza dello scalo Ronchi dei Legionari che ora la
Regione detiene. Questa nuova situazione porterebbe in ogni caso a
decentralizzare il traffico aereo low cost. Oggi questo aeroporto è
poco utilizzato e sicuramente sarebbe in grado di assorbire quella
quantità di voli destinati all'ampliamento dell'aeroporto di
Treviso. L'aeroporto è anche collegato con la ferrovia Venezia
Trieste.
- La
crisi economica sta contraendo il mercato del traffico aereo
soprattutto quello low cost che interessa totalmente il traffico
commerciale di Treviso, quindi non c'è una necessità immediata di
ampliamento, semmai di riordino della struttura ricettiva per quanto
riguarda la viabilità di fronte al terminal.
- Altre
alternative si affacciano con la spending review, i tagli della
spesa pubblica. Nei mesi scorsi è stato annunciato il riordino
delle Forze Armate e tra i tagli previsti ci sono la dismissione di
una serie di Aeroporti Militari del Nord Italia, oramai poco utili
anche con il variare degli scenari delle tensioni geopolitiche. Le
minacce ed i conflitti da Nord Est si sono spostati in Medio Oriente
e quindi sono maggiormente strategici gli aeroporti militari del Sud
Italia. Nella nostra zona è attualmente operativo l'Aeroporto
Militare di Istrana, uno di quelli in lista di dismissione, (entro
il 2018) che si trova a 6 Km da Treviso e ha un doppio collegamento
ferroviario nei due lati lunghi del sedime. L'area di sedime è
quasi il doppio di quella di Treviso e non ha urbanizzazione nelle
testate della pista luogo ideale per creare quella mobilità
intermodale tanto decantata da ENAC nel suo Piano Nazionale degli
Aeroporti.
Proponiamo
queste soluzioni perché crediamo che sia il quadro economico, quello
degli interventi e quello degli impatti è sicuramente molto più
realizzabile e realistico della forzatura di un Master Plan che può
essere applicato in strutture più ricettive e spazialmente più
grandi."
Noi
del Comitato non abbiamo mai voluto affossare l'aeroporto di Treviso
ma abbiamo sempre cercato di far recepire alle autorità i limiti, i
pericoli e le impossibilità di poratre una struttura di dimensioni
così piccole al traffico che c'è oggi a: Verona, Ciampino, Orio al
Serio o Linate. Crediamo invece che, se ci fosse stata a Treviso una
leadership economica e politica in grado di vedere la sotenibilità
del Territorio e lo sviluppo basandosi sui principi della Green
economy, della modernizzazione e della qualità della vita non ci
ritroveremmo oggi a ragionare sulle voglie e i desideri del fianaziere Marchi e delle socità che controlla. Se si cerca un capro
epiatorio per il caos in cui sta affogando l'aeroporto lo si deve
ricercare lì, non accusare i cittadini. A prosito delle lamentele di Simonato che si prende a
cuore gli investimenti di SAVE a Treviso, si metta il cuore in pace.
Quando SAVE li ha fatti sapeva dei rischi a cui andava incontro, era
consapevole del limite imposto dal MATTAM prima e riconfermati dalle
sentenze di 2 tribunali. Ora che ha fatto l'ennesima cretinata
superando il limite anche nel 2012 dovrà subirne le conseguenze.
Unindustria, Presidente Pozza le leggi vanno rispettate da tutti,
anche questo è sviluppo e progresso!!!
Dante Nicola Faraoni
pres. del Comitato per la Riduzione dell'Impatto Ambientale dell'Aeroporto di Treviso
0 commenti:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.