Gli abitanti di Quinto esasperati: «Un volo ogni 4 minuti e nella "zona rossa" non si vivrà più». E il Parco del Sile pone vincoli.
TREVISO - Tutto comincia con un boato.
Seguito, a distanza di pochi secondi, da vortici e forti raffiche di
vento che fanno tremare i vetri delle finestre e cadere le tegole dai
tetti. Fin sulla pista ciclabile e sulla strada. Chi abita in via Contea
a Quinto di Treviso, tra la Noalese e
la strada che porta a Canizzano, è costretto a convivere con fenomeni
del genere praticamente tutte le volte che un aereo si appresta a
toccare la pista del "Canova" sorvolando a bassissima quota il centro di
Quinto.
E adesso è scattata la denuncia, con allegata richiesta di risarcimento danni. A sporgerla è stato Gianni Marchi,
residente proprio nella zona rossa degli
atterraggi. «Il 30 marzo,
giorno prima di Pasqua - racconta - un aereo in fase di atterraggio con i
flap al massimo della frenata ha causato lo spostamento e la rottura di
molti "coppi" della mia abitazione. È uscita anche una squadra dei
vigili del fuoco che ha dovuto delimitare una zona del giardino con dei
nastri consigliandomi di non passare da quella parte». Una denuncia che
sembra aver scoperchiato un vaso di Pandora. Perché non è la prima
volta. Molti tetti delle case che si affacciano sulla stessa via,
infatti, appaiono frastagliati come se fossero finiti al centro di una
tromba d'aria. E la preoccupazione aumenta guardando alcune coperture in
eternit.
Non bastasse, poco tempo fa un passante è stato addirittura ferito da una delle tegole sbalzate via. «Stavo andando in bicicletta verso l'asilo - spiega Gianfranco Puppinato
- quando è passato un aereo, si è levata la solita raffica di vento e
alcuni coppi sono caduti vicino a me andando in mille pezzi e provocando
una sventagliata di schegge che mi ha preso le gambe. Se fossi stato un
po’ più avanti mi avrebbero preso in testa». «Il rischio è enorme -
aggiunge Gianni - anche perché ci sono dei cortili dove i bambini vanno a
giocare e a pochi metri di distanza c'è anche l'asilo». Fino a oggi i
residenti si sono arrangiati sistemandosi di volta in volta le coperture
e pagando tutto di tasca propria.
Adesso, però, non ce la fanno più. Da qui il ricorso ai carabinieri.
«Poi oltre il danno c'è la beffa: perché io volevo sostituire i miei
coppi con delle lamelle ma non posso farlo a causa dei vincoli imposti
dal Parco del Sile - rivela Marchi - Potrei anche
ristrutturare, ma chi me lo fa fare? Le case che c'erano ben prima
dell'aeroporto sono ormai deprezzate e anche volendo andare via sarebbe
molto difficile venderle». E quando si parla del master plan
della società Save, che punta a raddoppiare l'attività del Canova
gestendo sino a un volo ogni 4 minuti, nei loro occhi si legge il
terrore. «È la nostra paura più grande. Con l'aeroporto militare si
stava anche bene, mentre già adesso siamo costretti soprattutto d'estate
a restare chiusi in casa - conclude Gianfranco - Con un volo ogni 4
minuti la situazione sarebbe invivibile. C'ho messo 40 anni a costruirmi
la casa. Ora che sono in pensione potrei godermela, e invece siamo
presi così».
di Mauro Favaro - Il Gazzettino di Treviso, 30 aprile 2013.
Fonte: http://www.ilgazzettino.it/nordest/treviso/aereo_sfiora_i_tetti_volano_le_tegole_ferito_un_ciclista_ora_li_denuncio/notizie/274252.shtml
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