I
tagli e le capitozzature della vegetazione limitrofa o vicina
all'aeroporto di Treviso “Antonio Canova” richiesti da
Aertre/Enac sono stati giustificati ai fini della sicurezza
aeronautica. Ma
perché viene richiesto solo ora questo intervento, mai dichiarato in
nessun documento presentato ai fini della procedura di valutazione
d'impatto ambientale?
Il
buon senso fa scartare l'ipotesi che si tratti di una carenza
d'origine perché altrimenti significherebbe che in tutti questi
anni la sicurezza aeronautica è stata messa in pericolo.
La
risposta si ottiene per via deduttiva. Proprio in un articolo sulla
Tribuna di Treviso del 18 ottobre 2012 si legge: “Ci
hanno chiesto l'autorizzazione per l'intervento per ragioni legate
alla sicurezza dell'area, per questioni tecniche dovute, ad esempio,
alla presenza
di strumenti di avvicinamento
in quella zona”
spiega il presidente del Parco Fulvio Pettenà.
Ecco
entrare di scena l'ILS (sistema di atterraggio strumentale) che si
suddivide, in base alla funzionalità operativa relativamente alle
condizioni di visibilità (nebbia), con un grado di efficienza a
salire dalla categoria I alla IIIC.
Il
“Canova” vuole passare dalla categoria I alla categoria II e
questo comporta variazioni nelle caratteristiche della zona libera da
ostacoli (vedere Enac, Regolamento per la Costruzione e l'Esercizio
degli Aeroporti) nonché nella qualità del segnale emesso dalle
apparecchiature a sua volta legato alla disponibilità di assenza di
ostacoli nell'intorno.
Pure
le variazioni nel volume e tipo di traffico aereo e delle rotte di
decollo incidono sulla valutazione di cosa può diventare un
ostacolo.
Queste
brevi considerazioni servono solamente per arrivare al punto
fondamentale del ragionamento e conviene utilizzare un paragone per
capire bene la questione.
Una
strada urbana è sicura con il limite di 50 km/h ma se
improvvisamente la si vuole percorrere come se fosse una extraurbana
con il limite di 70 o 90 Km/h ecco allora che per renderla sicura
occorre fare dello spazio nell'intorno.
Non
è però scritto in nessun comandamento che la strada debba
trasformarsi in extraurbana, è solo una scelta arbitraria.
Il
“Canova” è nella stessa situazione, si vuole trasformarlo in
qualcosa di più “prestazionale” a vantaggio di pochi interessi
economici privati e in danno del bene collettivo più importante che
è l'ambiente tutelato. Ambiente in cui anche le future generazioni
hanno il diritto di poter vivere.
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