Ieri, attraverso l'appoggio e la disponibilità di Italia Nostra Treviso abbiamo presentato come Comitato le nostre osservazioni al documento preliminare PAT (Piano Assetto del Territorio). Abbiamo fatto un'analisi profonda e accurata del documento a prova che un comitato di cittadini, in quanto conoscitori del territorio, può dare un grande contributo alla stesura di un documento che condizionerà non poco il futuro sviluppo sociale, economico, culturale e ambientale del Comune di Treviso.
Osservazioni in merito al Rapporto Ambientale Preliminare e al Documento Preliminare PAT Treviso.
Nota: i numeri di pagina dove non diversamente indicato si riferiscono al Rapporto Ambientale Preliminare; sempre allo stesso documento fanno riferimento i numeri dei paragrafi.
3.2.1.1 Qualità dell’aria
1) Non viene indicato il riesame della zonizzazione in attuazione del DLgs 155/2010. La zonizzazione è stata ufficialmente trasmessa dalla Regione Veneto al Ministero dell’Ambiente, che ha dato riscontro con nota prot. DVA-2011-0027586 del 04/11/2011, non formulando rilievi in merito al progetto (da Arpav “Il monitoraggio della qualità dell'aria nel Comune di Treviso” anno 2011).
2) Non vengono riportati i dati relativi al monitoraggio Arpav della qualità dell'aria nel
Comune di Treviso per l'anno 2011. Superamenti dei limite di legge si sono registrati per l'ozono con 24 superamenti della soglia d'informazione posta a 180 μg/m3 ; per le polveri inalabili PM10 il numero di superamenti del valore limite di 24 ore (50 μg/m3 ) previsto dal D.Lgs 155/2010 è stato superato per più di 35 volte durante l’anno 2011 (102 superamenti) e risulta altresì superato il valore limite medio annuale di 40 μg/m3 essendo riscontrato come media annuale il valore di 43 μg/m3 ; per le poveri respirabili PM2.5 il valore medio annuo è stato pari a 31 μg/m3 ossia superiore al valore limite al 2015 (25 μg/m3); il Benzo(a)Pirene ha presentato nell'anno 2011 un valore medio annuale pari a 1.9 ng/m3 quindi superando il valore limite posto a 1.0 ng/m3.
3.2.2 Fattori climatici
1) La caratterizzazione climatica di Treviso non si può considerare statisticamente
significativa in quanto non basata su un periodo sufficientemente ampio (20-30 anni).
Base temporale che poteva essere ottenuta attraverso i dati forniti dalla stazione meteo
dell'Aeronautica Militare presente presso l'aeroporto di Treviso.
2) Il grafico 3.16 di pagina 48 (termoudogramma) non è strutturato nel modo giusto: i valori
delle temperature non sono riportati a scala doppia di quelli delle precipitazioni.
3.2.3.1 Acque superficiali
Non vengono riportati i dati più recenti a disposizione ossia quelli relativi all'anno 2010
(Arpav, Rapporto sulle acque in provincia di Treviso anno 2010).
3.2.3.2 Acque sotterranee
1) A pagina 67 la tabella 3.30 stato chimico delle acque sotterranee del pozzo n. 88 non riporta i valori relativi all'anno 2010 (ricavabili da Arpav, Rapporto sulle acque in provincia di Treviso anno 2010).
2) A pag. 68 è scritto: La “Carta di vulnerabilità della falda” mette in evidenza per il Comune in oggetto valori dell’indice SINTACS compresi tra 25 e 50, quindi una vulnerabilità medio-bassa (Figura 3.10). Tale affermazione non corrisponde a realtà; infatti è sufficiente osservare con un po' di attenzione la tavola 2.5 Carta della vulnerabilità della falda freatica di pianura (Piano Regionale Attività di Cava) che altro non è che la tavola 2.2 Carta della vulnerabilità intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta (Piano di Tutela delle Acque) per rilevare come una zona del comune nella porzione a sud-ovest, comprensiva del sedime aeroportuale, presenta valori dell'indice SINTACS compresi tra 70 e 100, quindi una vulnerabilità alta o elevata.
3) Fatto grave, non si rinviene alcuna informazione riguardo il pesante inquinamento da mercurio che sta interessando i pozzi infissi nella falda profonda in zona Sant'Angelo, Canizzano e San Giuseppe (Ordinanza Comune di Treviso n. 41867/16 del 7/6/2011). L'affermazione a pag. 188 “Non si segnalano, pertanto, particolari criticità o situazioni di contaminazione.” è quindi smentita dalla realtà attuale.
4) Non è fatta menzione che nella frazione di Canizzano (Via Comunale San Vitale, Via Cornare, Via Spigariola) sono ubicati dei pozzi inseriti nella rete dell'acquedotto di Venezia (Veritas S.p.a.). Perché quest'ultima non è inserita nell'elenco dei soggetti interessati alle concertazioni?
3.2.1.1 Qualità dell’aria
1) Non viene indicato il riesame della zonizzazione in attuazione del DLgs 155/2010. La zonizzazione è stata ufficialmente trasmessa dalla Regione Veneto al Ministero dell’Ambiente, che ha dato riscontro con nota prot. DVA-2011-0027586 del 04/11/2011, non formulando rilievi in merito al progetto (da Arpav “Il monitoraggio della qualità dell'aria nel Comune di Treviso” anno 2011).
2) Non vengono riportati i dati relativi al monitoraggio Arpav della qualità dell'aria nel
Comune di Treviso per l'anno 2011. Superamenti dei limite di legge si sono registrati per l'ozono con 24 superamenti della soglia d'informazione posta a 180 μg/m3 ; per le polveri inalabili PM10 il numero di superamenti del valore limite di 24 ore (50 μg/m3 ) previsto dal D.Lgs 155/2010 è stato superato per più di 35 volte durante l’anno 2011 (102 superamenti) e risulta altresì superato il valore limite medio annuale di 40 μg/m3 essendo riscontrato come media annuale il valore di 43 μg/m3 ; per le poveri respirabili PM2.5 il valore medio annuo è stato pari a 31 μg/m3 ossia superiore al valore limite al 2015 (25 μg/m3); il Benzo(a)Pirene ha presentato nell'anno 2011 un valore medio annuale pari a 1.9 ng/m3 quindi superando il valore limite posto a 1.0 ng/m3.
3.2.2 Fattori climatici
1) La caratterizzazione climatica di Treviso non si può considerare statisticamente
significativa in quanto non basata su un periodo sufficientemente ampio (20-30 anni).
Base temporale che poteva essere ottenuta attraverso i dati forniti dalla stazione meteo
dell'Aeronautica Militare presente presso l'aeroporto di Treviso.
2) Il grafico 3.16 di pagina 48 (termoudogramma) non è strutturato nel modo giusto: i valori
delle temperature non sono riportati a scala doppia di quelli delle precipitazioni.
3.2.3.1 Acque superficiali
Non vengono riportati i dati più recenti a disposizione ossia quelli relativi all'anno 2010
(Arpav, Rapporto sulle acque in provincia di Treviso anno 2010).
3.2.3.2 Acque sotterranee
1) A pagina 67 la tabella 3.30 stato chimico delle acque sotterranee del pozzo n. 88 non riporta i valori relativi all'anno 2010 (ricavabili da Arpav, Rapporto sulle acque in provincia di Treviso anno 2010).
2) A pag. 68 è scritto: La “Carta di vulnerabilità della falda” mette in evidenza per il Comune in oggetto valori dell’indice SINTACS compresi tra 25 e 50, quindi una vulnerabilità medio-bassa (Figura 3.10). Tale affermazione non corrisponde a realtà; infatti è sufficiente osservare con un po' di attenzione la tavola 2.5 Carta della vulnerabilità della falda freatica di pianura (Piano Regionale Attività di Cava) che altro non è che la tavola 2.2 Carta della vulnerabilità intrinseca della falda freatica della Pianura Veneta (Piano di Tutela delle Acque) per rilevare come una zona del comune nella porzione a sud-ovest, comprensiva del sedime aeroportuale, presenta valori dell'indice SINTACS compresi tra 70 e 100, quindi una vulnerabilità alta o elevata.
3) Fatto grave, non si rinviene alcuna informazione riguardo il pesante inquinamento da mercurio che sta interessando i pozzi infissi nella falda profonda in zona Sant'Angelo, Canizzano e San Giuseppe (Ordinanza Comune di Treviso n. 41867/16 del 7/6/2011). L'affermazione a pag. 188 “Non si segnalano, pertanto, particolari criticità o situazioni di contaminazione.” è quindi smentita dalla realtà attuale.
4) Non è fatta menzione che nella frazione di Canizzano (Via Comunale San Vitale, Via Cornare, Via Spigariola) sono ubicati dei pozzi inseriti nella rete dell'acquedotto di Venezia (Veritas S.p.a.). Perché quest'ultima non è inserita nell'elenco dei soggetti interessati alle concertazioni?
3.2.4.2 Fattori di rischio geologico e idrologeologico
Non viene riportato come il P.R.G. Comunale nelle norme tecniche di attuazione mediante l'art. 23 “Fasce di rispetto, vincoli di inedificabilità o di edificabilità condizionata” al punto 10 non consideri solo il rischio idraulico ma anche le aree e i terreni scadenti e pessimi (individuati negli elaborati di piano tavole 13.3.n). Ad esempio il sedime aeroportuale risulta in parte a sud classificato come “terreno pessimo”.
3.3.2 Fauna
Pur se l'analisi presente è svolta ad un livello basso, da rapporto preliminare, si suggerisce di fare riferimento anche al Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Treviso vigente. Si segnala anche che è in corso di elaborazione il Piano Faunistico Venatorio Regione Veneto 2012-2017. Una fonte utile di dati potenzialmente consultabile è rappresentata dalla Società Trevigiana di Scienze Naturali con sede presso il Seminario vescovile di Treviso.
Pur se l'analisi presente è svolta ad un livello basso, da rapporto preliminare, si suggerisce di fare riferimento anche al Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Treviso vigente. Si segnala anche che è in corso di elaborazione il Piano Faunistico Venatorio Regione Veneto 2012-2017. Una fonte utile di dati potenzialmente consultabile è rappresentata dalla Società Trevigiana di Scienze Naturali con sede presso il Seminario vescovile di Treviso.
3.3.3 Siti Rete Natura 2000
1) Non viene preso in considerazione, come invece dovrebbe, il Sito Rete Natura 2000 SIC e ZPS IT3240012 Fontane Bianche di Lancenigo presente in area contermine nel Comune di Villorba.
2) Non si rinviene alcuna indicazione riguardo alla necessaria Valutazione d'Incidenza Ambientale, aspetto di grande criticità in considerazione del proposto incremento (in parte già eseguito) strutturale dell'aeroporto con relativo aumento del numero voli.
3.4 Sistema paesaggistico
1) Notevole considerazione riveste la DGR Veneto n. 2077 del 22 giugno 1999 con Oggetto: Comuni di Vedelago, Morgano, Istrana, Quinto, Treviso, Silea, Casier, Casale sul Sile e Roncade (TV). Inclusione del fiume Sile negli elenchi di cui all’art. 2 della legge 29.6.1939, n. 1497.
2) Il decreto legislativo 42/2004 Codice dei beni culturali e del paesaggio all'articolo 142 comma 1 lettera f conferisce tutela, fino all'approvazione del piano paesaggistico ai sensi dell’articolo 156, ai parchi e le riserve nazionali o regionali, nonché i territori di protezione esterna dei parchi.
3.5.2.3 Aeroporto
1) Non è menzionato il potenziamento e sviluppo delle infrastrutture di volo che ha interessato l'aeroporto nell'anno 2011.
2) Non si rinviene alcuna considerazione dell'impatto ambientale originato dal Piano di Sviluppo Aeroportuale 2011-2030 presentato da Enac nel mese di marzo corrente anno, piano si ricorda essere ancora sotto il giudizio di compatibilità ambientale da parte del Ministero dell'Ambiente.
3) A pag. 38 del Documento Preliminare al PAT si può leggere: “Il PAT dovrà tenere in debita considerazione il Piano di sviluppo dell’area Aeroporto e la domanda di adeguati e conseguenti servizi che detto sviluppo comporterà”. Una visione di corto respiro perché non tiene in conto che un'eventuale espansione dell'aeroporto condiziona pesantemente il territorio circostante. Infatti a pag. 78 della Relazione e Piano degli investimenti, Masterplan Canova, è scritto: “Dovranno inoltre essere avviate con gli Enti locali, una volta condivisi gli scenari di crescita e di integrazione dello scalo aeroportuale nel territorio, le opportune salvaguardie per preservare le porzioni di territorio strategiche per l’adeguamento della capacità aeroportuale, da ulteriori sviluppi delle forme di urbanizzazione conflittuale con la presenza dello scalo”.
4) Nulla è scritto riguardo l'obbligatorio Piano di Rischio Aeroportuale così come disposto e regolamentato dal Codice della Navigazione (di cui al D.Lgs n. 96/2005 come modificato dal D.Lgs n. 151/2006, art. 707), dalla Circolare Enac APT 33 del 30.08.2010 e dal Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti il quale (Edizione 2 – Emendamento 7 del 20.10.2011) ha istituito le nuove zone di tutela laterali C e D.
Questo anche in contraddizione con quanto la stessa amministrazione comunale ha dichiarato con nota protocollo n. 61863 del 24 agosto 2011:
“Si comunica, infine, che pur non essendo stabilito un termine temporale, per la redazione dei Piani di Rischio, l'Amministrazione Comunale si è comunque attivata demandando in sede di formazione del P.A.T ( Piano di Assetto del Territorio) la redazione del Piano di Rischio aeroportuale”.
Si ricorda anche quanto dichiarato da Enac con protocollo n. 0160846/IPP del 14 dicembre 2011:
Si ricorda anche quanto dichiarato da Enac con protocollo n. 0160846/IPP del 14 dicembre 2011:
“Alla luce dell'aggiornamento del Regolamento per la Costruzione e l'Esercizio degli Aeroporti, il Comune di Quinto di Treviso dovrà completare la redazione del piano di rischio per le rimanenti aree di tutela in coordinamento con il Comune di Treviso. A tal proposito si ricorda che in carenza di adozione di tale strumento non possono essere autorizzate nuove opere ed attività nelle aree dallo stesso interessate”.
Si riporta anche quanto disposto da Enac nel Regolamento per la costruzione e l'esercizio
degli aeroporti Edizione 2 – Emendamento 7 del 20.10.2011:
“Fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico – edilizia.
Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
Zona di tutela D: in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc...
Nelle zone di tutela A, B e C vanno evitati:
- insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a
forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc... ;
- costruzioni di scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili;
- attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale”.
5) Un aumento del numero dei voli sullo scalo trevigiano nonché una gestione dell'intorno aeroportuale che ha già visto (Ente Parco Naturale Regionale del Fiume Sile protocollo 4516 del 23 novembre 2011) e probabilmente spinge ancora per un ridimensionamento della vegetazione naturale si pone in contrasto anche con principi e valori indicati nello stesso Rapporto Preliminare Ambientale del PAT, eccone alcuni:
- pag. 92: Ciò premesso, data la povertà di formazioni forestali, gli elementi di maggiore interesse sono le siepi e le fasce boscate che delimitano i campi. Un altro elemento di interesse è rappresentato dall’ambito dei corsi d’acqua e dalle fasce di vegetazione che si insediano lungo di essi.
- pag. 95: Queste formazioni boscate, spesso isolate in zone totalmente antropizzate, svolgono un ruolo ecologico importante e variegato: entrano nella regimazione delle acque, proteggono la riva dall'erosione fluviale, edificano una fascia tampone fra coltivi e ambiti fluviali per i prodotti ammendanti e anticrittogamici usati in agricoltura e pioppicoltura. La funzione naturalistica si esplica, oltre che nel costituire luoghi di rifugio ed alimentazione per la fauna selvatica, anche come collegamento fra i diversi siti o nuclei boscati ancora presenti nella fascia planiziale (elemento della rete ecologica), spesso anche in veste di piccolo boschetto o nucleo frammentario di poche piante che costituisce l’unico ambito forestale naturale in un contesto interamente agricolo e intensamente antropizzato.
- pag. 103: L'area del Parco, nonostante la presenza umana, mantiene ancora un discreto livello di naturalità grazie alla presenza lungo il corso del Sile di boschi idrofili e di una diffusa presenza di polle risorgive. Notevole valore assumono anche i grandi bacini d'acqua creati negli anni '50 dall'escavazione in alveo.
- pag. 110: La connettività tra i vari frammenti di suolo non antropizzato è essenziale per la
migrazione, la distribuzione geografica e lo scambio genetico. Per questo motivo sarà necessario definire degli elementi della Rete Ecologica Comunale (REC) che garantiscano il mantenimento dei residui spazi aperti che svolgono un ruolo fondamentale per lo spostamento delle specie sul territorio. In particolare, saranno individuati dei varchi ecologici (classificati come corridoi ecologici secondari), rappresentati da aree inedificate, che mirano al mantenimento degli ultimi ambienti permeabili al passaggio delle specie.
Si riporta anche quanto disposto da Enac nel Regolamento per la costruzione e l'esercizio
degli aeroporti Edizione 2 – Emendamento 7 del 20.10.2011:
“Fermo restando il mantenimento delle edificazioni e delle attività esistenti sul territorio, per i nuovi insediamenti sono applicabili i seguenti indirizzi, in termini di contenimento del carico antropico e di individuazione delle attività compatibili, che i Comuni articolano e dettagliano nei piani di rischio in coerenza con la propria regolamentazione urbanistico – edilizia.
Zona di tutela A: è da limitare al massimo il carico antropico. In tale zona non vanno quindi previste nuove edificazioni residenziali. Possono essere previste attività non residenziali, con indici di edificabilità bassi, che comportano la permanenza discontinua di un numero limitato di persone.
Zona di tutela B: possono essere previsti una modesta funzione residenziale, con indici di edificabilità bassi, e attività non residenziali, con indici di edificabilità medi, che comportano la permanenza di un numero limitato di persone.
Zona di tutela C: possono essere previsti un ragionevole incremento della funzione residenziale, con indici di edificabilità medi, e nuove attività non residenziali.
Zona di tutela D: in tale zona, caratterizzata da un livello minimo di tutela e finalizzata a garantire uno sviluppo del territorio in maniera opportuna e coordinata con l’operatività aeroportuale, va evitata la realizzazione di interventi puntuali ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc...
Nelle zone di tutela A, B e C vanno evitati:
- insediamenti ad elevato affollamento, quali centri commerciali, congressuali e sportivi a
forte concentrazione, edilizia intensiva, ecc... ;
- costruzioni di scuole, ospedali e, in generale, obiettivi sensibili;
- attività che possono creare pericolo di incendio, esplosione e danno ambientale”.
5) Un aumento del numero dei voli sullo scalo trevigiano nonché una gestione dell'intorno aeroportuale che ha già visto (Ente Parco Naturale Regionale del Fiume Sile protocollo 4516 del 23 novembre 2011) e probabilmente spinge ancora per un ridimensionamento della vegetazione naturale si pone in contrasto anche con principi e valori indicati nello stesso Rapporto Preliminare Ambientale del PAT, eccone alcuni:
- pag. 92: Ciò premesso, data la povertà di formazioni forestali, gli elementi di maggiore interesse sono le siepi e le fasce boscate che delimitano i campi. Un altro elemento di interesse è rappresentato dall’ambito dei corsi d’acqua e dalle fasce di vegetazione che si insediano lungo di essi.
- pag. 95: Queste formazioni boscate, spesso isolate in zone totalmente antropizzate, svolgono un ruolo ecologico importante e variegato: entrano nella regimazione delle acque, proteggono la riva dall'erosione fluviale, edificano una fascia tampone fra coltivi e ambiti fluviali per i prodotti ammendanti e anticrittogamici usati in agricoltura e pioppicoltura. La funzione naturalistica si esplica, oltre che nel costituire luoghi di rifugio ed alimentazione per la fauna selvatica, anche come collegamento fra i diversi siti o nuclei boscati ancora presenti nella fascia planiziale (elemento della rete ecologica), spesso anche in veste di piccolo boschetto o nucleo frammentario di poche piante che costituisce l’unico ambito forestale naturale in un contesto interamente agricolo e intensamente antropizzato.
- pag. 103: L'area del Parco, nonostante la presenza umana, mantiene ancora un discreto livello di naturalità grazie alla presenza lungo il corso del Sile di boschi idrofili e di una diffusa presenza di polle risorgive. Notevole valore assumono anche i grandi bacini d'acqua creati negli anni '50 dall'escavazione in alveo.
- pag. 110: La connettività tra i vari frammenti di suolo non antropizzato è essenziale per la
migrazione, la distribuzione geografica e lo scambio genetico. Per questo motivo sarà necessario definire degli elementi della Rete Ecologica Comunale (REC) che garantiscano il mantenimento dei residui spazi aperti che svolgono un ruolo fondamentale per lo spostamento delle specie sul territorio. In particolare, saranno individuati dei varchi ecologici (classificati come corridoi ecologici secondari), rappresentati da aree inedificate, che mirano al mantenimento degli ultimi ambienti permeabili al passaggio delle specie.
Le aree che allo stato attuale si sono mantenute permeabili sono costituite dalle aree agricole con le relative siepi campestri ed i corsi d’acqua. Per quanto riguarda le prime si segnala la presenza di una vasta area nell’angolo sud occidentale del Comune dove il tessuto urbano è sparso e discontinuo mentre la matrice dominante è quella dei terreni agricoli. Sarà quindi necessario tutelare questa zona a buona integrità ambientale.
Le maggiori possibilità di dispersione delle specie sono però offerte dai corsi d’acqua; tra questi quello sicuramente di maggior importanza dal punto di vista della rete ecologica è il fiume Sile. Si suggerisce quindi di incentivare il rispetto delle aree di pertinenza fluviali, come le formazioni ripariali insediatisi lungo l’alveo, magari anche migliorando l’efficienza di quelle degradate.
A tale proposito viene in aiuto quanto già stabilito a livello di pianificazione territoriale superiore; Il PTCP della Provincia di Treviso, aggiornamento D.G.R. 1137 del 23/03/2010, Sistema ambientale naturale – Carta delle reti ecologiche (Tavola 3-1-B) inserisce il fiume Sile (e altri corsi d'acqua presenti in territorio comunale) nelle aree di potenziale completamento della rete ecologica (Fiumi, torrenti, corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775).
- pag. 119: Le aree in cui si riscontra una buona integrità ecosistemica e paesaggistica sono proprio il corso del fiume Sile, le sue sorgenti e tutto il complesso dei fiumi di risorgiva. ...Ciò premesso, risulta quindi evidente il ruolo di primaria importanza in chiave paesaggistica dei fiumi nel territorio comunale...
- pag. 120: Oltre agli aspetti del paesaggio legati alla presenza d’acqua all’interno del territorio comunale si nota la presenza di un’area agricola nella porzione sud occidentale del Comune. La buona presenza di siepi, di prati, di frutteti, e la presenza limitata di abitazioni conferiscono a quest’area una buona integrità naturale, dove la vista può spaziare notevolmente.
- pag. 189: All’interno del territorio comunale si rileva la presenza di sistemi ambientali da salvaguardare e valorizzare, in particolare le aree della Rete Natura 2000. Queste ospitano numerose specie faunistiche di interesse comunitario individuate dalla Direttiva “Habitat” e dalla Direttiva “Uccelli”.
Evidente pure il contrasto con i seguenti indirizzi contenuti nel Documento Preliminare al PAT:
Le maggiori possibilità di dispersione delle specie sono però offerte dai corsi d’acqua; tra questi quello sicuramente di maggior importanza dal punto di vista della rete ecologica è il fiume Sile. Si suggerisce quindi di incentivare il rispetto delle aree di pertinenza fluviali, come le formazioni ripariali insediatisi lungo l’alveo, magari anche migliorando l’efficienza di quelle degradate.
A tale proposito viene in aiuto quanto già stabilito a livello di pianificazione territoriale superiore; Il PTCP della Provincia di Treviso, aggiornamento D.G.R. 1137 del 23/03/2010, Sistema ambientale naturale – Carta delle reti ecologiche (Tavola 3-1-B) inserisce il fiume Sile (e altri corsi d'acqua presenti in territorio comunale) nelle aree di potenziale completamento della rete ecologica (Fiumi, torrenti, corsi d'acqua iscritti negli elenchi previsti dal testo unico delle disposizioni di legge sulle acque ed impianti elettrici, approvato con regio decreto 11 dicembre 1933, n. 1775).
- pag. 119: Le aree in cui si riscontra una buona integrità ecosistemica e paesaggistica sono proprio il corso del fiume Sile, le sue sorgenti e tutto il complesso dei fiumi di risorgiva. ...Ciò premesso, risulta quindi evidente il ruolo di primaria importanza in chiave paesaggistica dei fiumi nel territorio comunale...
- pag. 120: Oltre agli aspetti del paesaggio legati alla presenza d’acqua all’interno del territorio comunale si nota la presenza di un’area agricola nella porzione sud occidentale del Comune. La buona presenza di siepi, di prati, di frutteti, e la presenza limitata di abitazioni conferiscono a quest’area una buona integrità naturale, dove la vista può spaziare notevolmente.
- pag. 189: All’interno del territorio comunale si rileva la presenza di sistemi ambientali da salvaguardare e valorizzare, in particolare le aree della Rete Natura 2000. Queste ospitano numerose specie faunistiche di interesse comunitario individuate dalla Direttiva “Habitat” e dalla Direttiva “Uccelli”.
Evidente pure il contrasto con i seguenti indirizzi contenuti nel Documento Preliminare al PAT:
- pag. 56: Il connettivo urbano dovrà anche servire il sistema dei parchi e del verde pubblico, dando attuazione alle previsioni sovraordinate che localizzano lungo l’asta del Fiume Sile un possibile collegamento a scala provinciale, ed oltre. La sua funzione potrà anche assolvere le esigenze di tipo ludico/didattico tramite la percorrenza di siti aventi valenza paesaggistica, zone umide di rilevante interesse, quali siti di importanza comunitaria e fasce di rispetto dei corsi d’acqua.
- pag. 56: Nell’ambito della struttura e dei collegamenti del cosiddetto connettivo urbano potranno trovare attuazione e realizzazione i collegamenti delle “Vie d’acqua” ed i percorsi ciclo –turistici lungo l’asta del Fiume Sile. In tal senso è utile fare riferimento alla delibera Giunta Provinciale di Treviso del 20/02/2012 protocollo 21492/2012 (progetto GiraSile).
- pag. 59: Nel contempo potrà essere prevista la piantumazione di una fascia arborea lungo i maggiori centri produttori di rifiuti gassosi per limitarne gli effetti negativi.
6) Il Canova è da considerarsi a tutti gli effetti come una pista del Marco Polo di Venezia destinata ai voli low cost, questo in ottica di una massimizzazione degli utili da parte del gestore che è unico per i due scali.
7) Come mai tra gli enti interessati alle concertazioni non è presente Enac? Da pagina 12 del
Piano Nazionale Aeroporti, Enac febbraio 2012:
- pag. 56: Nell’ambito della struttura e dei collegamenti del cosiddetto connettivo urbano potranno trovare attuazione e realizzazione i collegamenti delle “Vie d’acqua” ed i percorsi ciclo –turistici lungo l’asta del Fiume Sile. In tal senso è utile fare riferimento alla delibera Giunta Provinciale di Treviso del 20/02/2012 protocollo 21492/2012 (progetto GiraSile).
- pag. 59: Nel contempo potrà essere prevista la piantumazione di una fascia arborea lungo i maggiori centri produttori di rifiuti gassosi per limitarne gli effetti negativi.
6) Il Canova è da considerarsi a tutti gli effetti come una pista del Marco Polo di Venezia destinata ai voli low cost, questo in ottica di una massimizzazione degli utili da parte del gestore che è unico per i due scali.
7) Come mai tra gli enti interessati alle concertazioni non è presente Enac? Da pagina 12 del
Piano Nazionale Aeroporti, Enac febbraio 2012:
“Occorre dunque che le strategie aeroportuali siano integrate nelle prospettive locali, in un processo di concertazione della pianificazione dello sviluppo del territorio di riferimento, che deve essere perseguito già dalle prime fasi di elaborazione dei rispettivi strumenti di pianificazione, con le debite attenzioni ai fenomeni di interazioni tra territorio ed aeroporto come le emissioni inquinanti, il rumore, il pericolo per la sicurezza della navigazione aerea che alcune attività sul territorio generano all’attività di volo”.
8) Si ricorda come l'aeroporto Canova è sottoposto a limitazione del numero dei voli (16.300 movimenti annui) in base al Decreto VIA Ministero Ambiente n. 398 del 14/05/2007; vedere anche sentenza TAR Veneto n. 975/2012 del 11/07/2012. Il PAT considera questo limite?
8) Si ricorda come l'aeroporto Canova è sottoposto a limitazione del numero dei voli (16.300 movimenti annui) in base al Decreto VIA Ministero Ambiente n. 398 del 14/05/2007; vedere anche sentenza TAR Veneto n. 975/2012 del 11/07/2012. Il PAT considera questo limite?
3.5.4.2 Patrimonio storico-architettonico
1) Le Chiese elencate sono solamente quelle del centro storico. Le restanti situate nelle periferie, come ad esempio quella di Sant'Angelo ricca di storia, non sono assolutamente minimamente prese in considerazione.
2) In vicinanza dell'aeroporto sono situate le seguenti Ville storiche: - Casa Fossati, Marinello codice IRVV: A0500000090/IRVV tutelata con legge 1089/1939 situata in Via Sant'Angelo 92 Treviso; - Casa Micheletto Granello codice IRVV: A0500000089/IRVV situata in Via Canizzano 180 Treviso; - Villa Morosini, Schioppo codice IRVV: A0500000095/IRVV tutelata con legge 1089/1939 situata in Via Canizzano 119 Treviso; - Villa Letizia codice IRVV: A0500002688/IRVV situata in Via Tandura 5 Treviso sede del Parco Naturale Regionale del Fiume Sile; - Villa Lancenigo, Zucchelli codice IRVV: A0500000705/IRVV tutelata con legge 1089/1939 situata in Via Noalese 40 Treviso; - Villa Garzotto, Alciati, Zucchelli, Pavan, Boccato-Gigante codice IRVV: A0500000784/IRVV tutelata con legge 1089/1939 situata in Via Noalese, 8/10/12 Treviso; - Villa Brilli, Mandruzzato, Busatto, codice IRVV: A0500000850/IRVV tutelata con legge 1089/1939 situata in Via Noalese 125 Treviso.
Le ville segnalate sono tutte indicate nella Tavola 4-3-XII Sistema insediativo infrastrutturale. Carta delle Ville Venete, Complessi ed Edifici di pregio architettonico del PTCP Provincia di Treviso. Di interesse, indicati nella Tavola appena nominata come complessi ed edifici di archeologia industriale, i seguenti manufatti idraulici: - ex Mulino Granello e paratoie di regolazione ed ex Mulini Torresan di Canizzano in Comune di Treviso.
E' evidente come tale indiscusso patrimonio storico-architettonico (da non dimenticare che le Ville Venete sono considerate patrimonio artistico della cultura veneta come indicato a pag. 21 del Rapporto Preliminare Ambientale) non possa altro che subire gravi danni da quanto contenuto nel Piano di Sviluppo Aeroportuale.
Gli estensori del Rapporto Preliminare Ambientale hanno visionato la figura B5-6 a pagina 90 del Quadro di riferimento progettuale, Studio di Impatto Ambientale, Piano di Sviluppo Aeroportuale (2011-2030) aeroporto Canova? Si progetta la localizzazione del nuovo deposito carburanti dell'aeroporto adiacente a Villa Brilli e una non meglio specificata iniziativa commerciale (ristorazione) proprio “sovrastante” la villa. Villa Brilli la stessa che il soprintendente Rallo chiedeva di tutelare esprimendo parere negativo, in sede di conferenza dei servizi, alla rotatoria funzionale all'ipermercato Famila (fonte articolo Tribuna di Treviso del 12 marzo 2011).
3.5.6.3 Inquinamento acustico
1) Il Piano di classificazione acustica del territorio comunale approvato con Delibera di Consiglio Comunale in data 19.06.2001 (relazione tecnica luglio-agosto 2000) è ormai datato e carente non avendo recepito come d'obbligo (L.R. Veneto 10 maggio 1999 n. 21, art. 3 comma 9) la zonizzazione acustica aeroportuale approvata ufficialmente con circolare ENAC n. 16 del 2003. Zonizzazione acustica aeroportuale non più adeguata in relazione al notevole aumento del traffico aereo sullo scalo avvenuto nel corso degli anni, incremento non accompagnato a tutt'oggi da decreto positivo di compatibilità ambientale. Traffico aereo che impatta su realtà circostanti che devono essere particolarmente protette dalle emissioni sonore, quali scuole, Parco del Sile, beni paesaggistici vincolati dalla L. 1497/39.
2) La legge regionale 10 maggio 1999, n. 21 all' articolo 3 comma 4 stabilisce: “A seguito dell’adozione di nuovi strumenti urbanistici comunali o di varianti di quelli vigenti, i comuni provvedono alle necessarie modifiche al piano di classificazione acustica”.
3.5.8.6 Trasporto pubblico
1) Non si segnala il fatto che le quattro aziende di trasporto pubblico della provincia di Treviso (Actt, LaMarca, Ctm e Atm) sono confluite nella newco «Mobilità di Marca».
2) Recentemente Actt ha acquistato 13 autobus di fabbricazione cinese alimentati a gasolio: una scelta che di sicuro non è in linea con il contenimento delle emissioni inquinanti e acustiche.
3.5.8.8 Energia
1) In data 25 luglio 2012 il Consiglio comunale ha approvato l'Inventario Base delle Emissioni (IBE) e Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile (PAES), strumenti prodotti a seguito dell'adesione al Patto dei Sindaci, iniziativa della Commissione Europea che impegna i sindaci firmatari a ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020. E' d'obbligo una valutazione del PAES nonché del suo inserimento all'interno del nuovo strumento urbanistico. In prima veloce analisi appare evidente una sua forte limitazione in quanto il possibile principale fattore di aumento di consumo energetico e di emissioni di gas climalteranti, ossia l'espansione aeroportuale, non trova quantificazione.
2) Si segnala che l'aeroporto Canova non ha aderito al progetto Airport Carbon Accreditation da ACI (Airports Council International) Europe, ossia quel programma avviato da ACI e amministrato dalla società di consulenza WSP Environmental, leader nel campo del cambiamento climatico, controllata da un comitato indipendente costituito dalla Commissione europea, dall’Ecac (European Civil Aviation Conference) e da Eurocontrol. Il sistema verso la “carbon neutralità” prevede quattro passaggi che passo dopo passo conducano all’obiettivo. Si inizia con la “mappatura”, per poi passare alla fase della “riduzione”, quindi a quella della “ottimizzazione” fino all’ultima fase della “neutralità”.
Viabilità
Rimane incerta tutta la progettazione relativa al nodo aeroporto-Treviso Servizi. Il Piano di Sviluppo Aeroportuale prevede un trasporto intermodale complementato solo attraverso mezzi su gomma risultando non coerente con la programmazione a livello regionale (PTRC Regione Veneto) e provinciale (PTCP Provincia di Treviso). In particolare il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale propone una linea di metropolitana leggera con relativa stazione di progetto nei pressi dell'aeroporto (PTCP Treviso Tavola 4-5 Mobilità sostenibile). Sempre il masterplan in previsione dell'aumento del traffico stradale collegato all'aeroporto ipotizza la realizzazione di una rotatoria sulla Noalese. Già ora il traffico veicolare interessante la SR515, unica via di accesso all'aerostazione, nell'ora di punta è pari a quasi il doppio del limite previsto dalla normativa (1104 veicoli/h per corsia contro i 600 veicoli/h per corsia del DM 05/11/01). Nel 2030 il valore stimato nell'ora di punta sarà pari a più di 1800 veicoli/h per corsia, quindi tre volte il limite di norma.
L'introduzione di una rotatoria lungo la SR515 potrà produrre effetti di traffic calming con riduzione del numero e gravità degli incidenti (a parità di traffico veicolare) rispetto alla conformazione attuale, ma l'effetto sulla congestione invece sarà minimo in quanto una rotatoria non è esente dalla formazione di code in entrata lungo alcune direttrici nell’ora di punta, dissimmetria di deflusso lungo i bracci di ingresso e uscita, maggiore/minore difficoltà di impegno dell’anello circolatorio per alcune correnti veicolari.
Il futuro dell'area Treviso Servizi non è chiaro, la stessa Rfi (articolo Tribuna di Treviso 24 maggio 2011) sembra non volerla più utilizzare come nuovo scalo merci. Il tutto è poi da valutare in quanto a compatibilità con il rischio generato dall'attività aeroportuale (necessario e obbligatorio il Piano di Rischio Aeroportuale).
Treviso, 26 agosto 2012
Comitato per la Riduzione dell'Impatto Ambientale dell'Aeroporto di Treviso
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