domenica 19 agosto 2012

ARPAV NON HA DATI PER GIUDICARE L'IMPATTO DEL "CANOVA" SUL SILE

Nell'articolo della Tribuna di Treviso del 15.08.2012Silebello, ma pericoloso. Nell’acqua feci e veleni” firmato F. De Wolanski è scritto che "l'aeroporto con l'inquinamento non c'entra". Si precisa e si vuole rendere noto che tale affermazione non è assolutamente presente nella documentazione Arpav, perciò è da intendersi come una arbitraria aggiunta giornalistica.
Inoltre "Piano di impatto ambientale alla base del progetto di sviluppo aeroportuale" è espressione tecnicamente non corretta e di aspetto ambiguo. Si deve parlare di Studio di Impatto Ambientale (SIA) all'interno del procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) relativo al piano di sviluppo aeroportuale.
Nello SIA non è allegato un bel niente, nello specifico in riferimento alla qualità delle acque (punto C 3.4.2) vengono solo ripresi dati Arpav riferiti fino all'anno 2009 con indicazione bibliografica a pag. 503. L'articolo invece considera i dati forniti dal Rapporto sulla qualità delle acque in provincia di Treviso anno 2010.


Le sostanze inquinanti rilevate dall'Arpav rientrano all'interno dei limiti di legge. Detto questo è indubbio senza tanti giri di parole considerare una nuotata, soprattutto nel tratto considerato nell'articolo, tra Ponte Settimo, Sant’Angelo, Fiera e Cendon, come un enorme atto di coraggio. Un occhio poi esperto e sensibile sicuramente rileverà come anche solo negli ultimi 10 anni la biodiversità legata al Sile è calata.

Interessante sarebbe pure conoscere i dati relativi alle emissioni dei singoli scarichi in acque superficiali e in fognatura, nonché analizzare le sostanze inquinanti pesanti depositate sul letto del fiume. Su questo ARPAV dovrebbe dare delle risposte in modo da sapere con maggiore precisione chi inquina.
Si ricorda che fino ai lavori del 2011, gli scarichi aeroportuali provenienti dalla pista e dai raccordi erano diretti in acqua senza trattamento. I nuovi impianti di sedimentazione e disoleazione devono comunque essere soggetti a regolare manutenzione. Nuova sistemazione idraulica che però allo stato attuale non ha interessato il piazzale di sosta aeromobili, zona in cui si adoperano nocive sostanze antigelo e si svolge il rifornimento di cherosene. Va rilevato come l'estrema delicatezza del sottosuolo, in considerazione dell'alta permeabilità e della falda freatica poco profonda, imponga notevole attenzione nella gestione di tutti gli scarichi aeroportuali.

La realtà è che, caratteristica comune di molti documenti prodotti o fatti produrre da Enti Pubblici locali, non viene minimamente considerata la problematica aeroporto; un esempio recente è il Rapporto Ambientale Preliminare del PAT di Treviso dove non è considerato né l'impatto ambientale relativo al Piano di Sviluppo Aeroportuale 2010-2030, né l'obbligatorio Piano di Rischio Aeroportuale mai elaborato e quindi non applicato dall'amministrazione comunale.

Riguardo all'
Escherichia Coli non c'è proprio da stupirsi in considerazione del fatto che la maggioranza degli abitanti di Treviso non sono collegati ad un depuratore e molti scarichi fognari sono diretti nel Sile. 

Il Comitato Aeroporeo TV


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